INTRODUZIONE:
Paziente maschio
32 anni
Professione: Ingegnere energetico
Motivo della visita: Trauma sportivo e frattura coronale di alcuni elementi dentari anteriori
Anamnesi stomatologica
Anamnesi stomatologica pregressa
Il paziente riferisce trattamento ortodontico pregresso sia di tipo mobile che di tipo fisso. Riferisce anche trattamenti di natura parodontale non chirurgica (ablazione tartaro) e nessun trattamento né conservativo nè endodontico.
Analisi stomatologica prossima
Il paziente si presenta alla mia attenzione per fratture traumatiche degli elementi dentari 1.2. 1.1 e 2.1. Fratture avvenute in seguito ad incidente sportivo.
Esame obbiettivo e radiografico
All’esame clinico extra-orale non presenta segni di tumefazione o problematiche articolari. Non presenta inoltre indolenzimento muscolare ed alla palpazione tutto risulta negativo. Si esegue inoltre cone beam per escludere presenza di fratture ossee non percepibili clinicamente, e questo è confermato.
Non sono evidenti lesioni a carico delle mucose, guance, e lingua che si presenta normale per dimensioni e per trofismo.
Il paziente presenta un occlusione stabile di prima classe canina e molare con overjet ed overbite nella norma.
L’igiene, anche se migliorabile risulta buona e non sono presenti segni di paradontopatia (sondaggi nella norma e sanguinamento la sondaggio assente).
Il DMFT del paziente è 0,17
Escluso problemi ossei attraverso la cone beam si entra nello specifico dentario e vengono eseguite radiografie, sondaggi, test di vitalità e test elettrico su 1.2 1.1 e 2.1.
Non si riscontrano problemi legati all’apparato di sostegno dei denti e si escludono lussazioni.
I test termici danno conferma della vitalità mantenuta con coda di dolore fisiologica e ciò evidenzia l’assenza di patologie pulpari irreversibili.
Siccome si percepisce dalle radiografie periapicali un alone intorno agli apici di 1.1 e 2.1 (ma lamina dura senza nessun allargamento) si esegue anche un test elettrico che, in questo, caso ci aiuta anche alla monitorazione nel tempo della vitalità. I valori ottenuti alla prima visita (7 giorni dal trauma) ancora ci danno ulteriore conferma della vitalità e sono: 1.2: 25. 1.1: 22. 2.1: 27
Attraverso bitewings si percepiscono carie primaria su e 3.7 distale e carie primaria a carico di 2.5 mesiale e distale con aree di ipomineralizzazione a slot mesiale a 2.6 e distale a 2.4 non cavitate, lisce e regolari.
Infine, anche attraverso una radiografia paronamica e con beam appena eseguita, si evidenzia la presenza di 3.8 che deve obbligatoriamente essere estratto prima della cura conservativa di 3.7.
Diagnosi
A livello degli elementi dentari coinvolti dal trauma:
1.2: frattura coronale smalto dentinale a decorso obliquo da incisale (coinvolto completamente) a distale complicata per esposizione pulpare.
1.1: frattura coronale smalto dentinale orizzontale non complicata dell’intero margine incisale
2.1: frattura coronale smalto dentinale non complicata dell’angolo incisale mesiale.
Lesioni cariose primarie a carico di 2.5 mesiale-distale e 3.7 distale.
Aree di ipocalcificazioni non cavitate liscie e regolari a carico di 2.4 distale e 2.6 mesiale.
Piano di trattamento
Detartrasi con strumenti ultrasonici e manuali per eliminazione di duri e molli. motivazione all’igiene orale, soprattutto per l’istruzione sul corretto utilizzo del filo interdentale. Rivalutazione ogni sei mesi.
Si consiglia estrazione di 1.8 2.8 3.8 4.8.
Esecuzioni dei restauri anteriori attraverso procedure dirette che prevedono l’ausilio di una guida in silicone.
Conclusioni
Nonostante il trauma importante, con esposizioni dirette ed indirette della polpa, la correttezza del trattamento eseguito in urgenza dal dentista che l’ha visitato tempestivamente e il corretto approccio conservativo in termini di materiali e procedure cliniche scaturiscono in un mantenimento della vitalità degli elementi dentari al follow up a 2 anni e 2 mesi. A livello funzionale non si è manifestato nessun problema in questo arco di tempo e, nonostante al controllo i restauri abbiano perso un pò di caratteristiche cromatiche, soprattutto dal punto di vista del valore, si ritengono ancora soddisfacenti sia da parte mia ma soprattutto da parte del paziente.
Ancora una volta i compositi e l’approccio diretto si rivelano estremamente validi e pongono il dente sul gradino più basso della scala dei restauri anteriori in termini di invasività. Tempo e modo per restaurare con altre tecniche ci sarà sempre in futuro.